gocce di Pedagogia
Per parlare di pedagogia, per guidare i nostri figli, per comprendere la scuola, per sapere cosa vogliamo per loro e per noi, per essere più liberi è fondamentale conoscere le regole e sapersi muovere al loro interno, scegliendo dove e come andare.
Vediamo cosa ci dice sulle 8 competenze chiave il Parlamento Europeo e del Consiglio:
1) La comunicazione nella madrelingua è la capacità di esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta (comprensione orale, espressione orale, comprensione scritta ed espressione scritta) e di interagire adeguatamente e in modo creativo sul piano linguistico in un’intera gamma di contesti culturali e sociali, quali istruzione e formazione, lavoro, vita domestica e tempo libero.
2) La comunicazione nelle lingue straniere condivide essenzialmente le principali abilità richieste per la comunicazione nella madrelingua. La comunicazione nelle lingue straniere richiede anche abilità quali la mediazione e la comprensione interculturale. Il livello di padronanza di un individuo varia inevitabilmente tra le quattro dimensioni (comprensione orale, espressione orale, comprensione scritta ed espressione scritta) e tra le diverse lingue e a seconda del suo retroterra sociale e culturale, del suo ambiente e delle sue esigenze ed interessi.
3) La competenza matematica è l’abilità di sviluppare e applicare il pensiero matematico per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane. Partendo da una solida padronanza delle competenze aritmetico-matematiche, l’accento è posto sugli aspetti del processo e dell’attività oltre che su quelli della conoscenza. La competenza matematica comporta, in misura variabile, la capacità e la disponibilità a usare modelli matematici di pensiero (pensiero logico e spaziale) e di presentazione (formule, modelli, schemi, grafici, rappresentazioni).
4) La competenza in campo scientifico si riferisce alla capacità e alla disponibilità a usare l’insieme delle conoscenze e delle metodologie possedute per spiegare il mondo che ci circonda sapendo identificare le problematiche e traendo le conclusioni che siano basate su fatti comprovati.
5) La competenza in campo tecnologico è considerata l’applicazione di tale conoscenza e metodologia per dare risposta ai desideri o bisogni avvertiti dagli esseri umani.
La competenza in campo scientifico e tecnologico comporta la comprensione dei cambiamenti determinati dall’attività umana e la consapevolezza della responsabilità di ciascun cittadino.
6) La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa implica abilità di base nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet.
7) Imparare a imparare è l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo. Questa competenza comprende la consapevolezza del proprio processo di apprendimento e dei propri bisogni, l’identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace. Questa competenza comporta l’acquisizione, l’elaborazione e l’assimilazione di nuove conoscenze e abilità come anche la ricerca e l’uso delle opportunità di orientamento. Il fatto di imparare a imparare fa sì che i discenti prendano le mosse da quanto hanno appreso in precedenza e dalle loro esperienze di vita per usare e applicare conoscenze e abilità in tutta una serie di contesti: a casa, sul lavoro, nell’istruzione e nella formazione. La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali perché una persona possa acquisire tale competenza.
8) Le competenze sociali e civiche includono competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più diversificate, come anche a risolvere i conflitti ove ciò sia necessario.
La competenza civica dota le persone degli strumenti per partecipare appieno alla vita civile grazie alla conoscenza dei concetti e delle strutture sociopolitici e all’impegno a una partecipazione attiva e democratica. Il senso di iniziativa e l’imprenditorialità concernono la capacità di una persona di tradurre le idee in azione. In ciò rientrano la creatività, l’innovazione e l’assunzione di rischi, come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. È una competenza che aiuta gli individui, non solo nella loro vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, ma anche nel posto di lavoro, ad avere consapevolezza del contesto in cui operano e a poter cogliere le opportunità che si offrono ed è un punto di partenza per le abilità e le conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno coloro che avviano o contribuiscono ad un’attività sociale o commerciale. Essa dovrebbe includere la consapevolezza dei valori etici e promuovere il buon governo.
Consapevolezza ed espressione culturale riguarda l’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in un’ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive.
Fonte: Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE)
Un po' di pedagogia
Apprendere vuol dire assimilare e conservare informazioni e abilità. Ogni essere umano porta in sé la capacità di apprendere. L'apprendimento è quel processo di acquisizione di nuovi contenuti e comportamenti che permettono di mantenere l'equilibrio dell'essere umano con l'ambiente in cui vive. Ogni forma di apprendimento passa attraverso il cambiamento, sia di contenuto che di comportamento. Per questo motivo man mano che si cresce, o che si evolve, ci si imbatte in pensieri come: "ho dovuto ricominciare da capo perché quello che avevo imparato non andava più bene."
Bisogna fare bene attenzione che un comportamento cambia anche a seguito di manipolazione, attraverso azioni che comportano delle risposte legate alla paura o alla sensazione di incapacità (bassa autostima) o alla confusione, in quel caso non c'è evoluzione.
Nel processo dell'apprendimento, infatti, intervengono tantissimi fattori:
la percezione di sé e dell'altro di noi, l'esercizio tecnico e la ripetitività, la personalità del docente e quella del discente, la memoria e i meccanismi neuropsicologici, la durata, gli strumenti utilizzati.
Quando si insegna dunque si deve tener presente di tutti questi fattori e a partire dalle varie analisi nei vari periodi storici dell'osservazione di tutti questi fattori, sono sorti tantissimi modelli di apprendimento. In questa nostra epoca si studiano molto gli stili di apprendimento, soprattutto nell'età del primo ciclo scolastico. Io sarei più propensa a lavorare sugli stili di insegnamento e sull'osservazione degli insegnanti ad ogni livello, lasciando così la libertà di apprendere ai ragazzi con le loro capacità, possibilità, meccanismi e quant'altro.
Abbiamo la sensazione che l'apprendimento sia qualcosa di razionale, e sicuramente in un percorso di studi mirato a sviluppare la propria professionalità, deve essere razionale, chiaro, avere degli obiettivi precisi. Ma parliamo già di un apprendimento adulto, o quasi. L'apprendimento, a mio avviso, non è solo logica ma spesso analogico, apprendiamo in qualche modo che nemmeno noi comprendiamo ma ce lo ritroviamo tra le nostre competenze.
Quello analogico, molto spesso, è un percorso esperenziale, che ci insegna più di quello che noi percepiamo sul momento. La musica è l'esempio migliore per parlare di questo apprendimento illogico: studiamo musica, osserviamo il pentagramma, cominciamo a leggere le note, i loro valori, prendiamo in mano lo strumento e cominciamo a muovere i primi passi. Tutto questo implica l'apprendimento di un lingua diversa, la capacità di comprendere lo strumento, di conoscere il materiale di cui è fatto, di entrare in contatto con noi stessi e le nostre emozioni (ci piace, non ci piace), una mobilità delle mani nel caso di chitarra, pianoforte, violino non naturale, che ha bisogno di tecnica. Acquisiamo delle abilità motorie importanti, comprendiamo l'importanza di esercitare tecnica (serve per suonare, serve per sciare e anche per parlare e scrivere), impariamo a respirare e con un respiro più regolare ci si ammala meno, si può vivere più rilassati. Ci incusiosiamo delle antiche tradizioni legate al tipo di strumento o di musica.
Esistono tanti metodi di insegnamento, esistono tanti metodi di apprendimento, esiste tanto materiale da leggere e da utilizzare. In questo mondo pieno di ricerca, studi, analisi, osservazioni, invenzioni non dobbiamo mai dimenticare che prima di ogni metodo esiste la relazione umana tra l'insegnante e il discente, esistono obiettivi che devono essere comuni, esiste il rispetto non casuale delle persone, ma dato anche dal ruolo, dall'età e dalla maturità della persona. Esiste la motivazione e l'autostima.
Quando incontrate un discente non motivato o senza autostima, vuol dire che l'insegnante non ha funzionato.
In questo mondo vasto e difficile, che richiede tempo in un periodo in cui sembra che ci sia meno tempo anche se scorre sempre nello stesso modo. In questo mondo dove il digitale ha permesso un'accelerazione incredibile dell'apprendimento, ha ridotto il mondo a minuscolo, dà a tutti la possibilità di essere ovunque, quando si insegna bisogna sempre ricordare che l'apprendimento ha anch'esso dei tempi che non vanno dimenticati. Così io trovo fantastico insegnare con il digitale perché la relazione si crea e si stabilisce, ma l'insegnante deve saper rimanere nei tempi dell'apprendimento anche in questo mondo in continua evoluzione. Per questo è molto importante, per la scuola e per l'homeschooling, saper redigere dei progetti e dei programmi di istruzione curati, non lasciati al caso o alla routine, non scopiazzati a destra o manca.
Buon lavoro e buona fortuna a tutti.
SilviaC.